PEZZOLO supra 'na rocca, 'bunnanzia di acqua assai e pani picca, e cu non avi robba assai avi robba picca e di lu travaglio cha fa resta cu li mani a crocca

Pruverbî Siciliani


Ogni idioma, pur se le vicissitudini storiche l'hanno ridotto a dialetto, riflette, attraverso le sue espressioni, tutta la civiltà del popolo che lo parla. La lingua natale è comunque, quella che permette di comunicare con maggiore immediatezza tutti i sentimenti, perchè le espressioni proprie di un popolo, mediate dalle lingue ufficiali, perdono sempre la loro naturale freschezza ed efficacia genuina. D'altronde, la majeutica, cioè l'arte di sviluppare un concetto partendo da un attimo fuggente, che attraversa la nostra mente, avviene secondo la logica linguistica natale. Ecco perchè la scuola moderna, impegnata nella riscoperta dei valori antichi, ha posto in prima linea il dialetto.

Quella siciliana è una lingua interessante, perchè forte. Infatti, nonostante le numerose invasioni subite dall'Isola, ha mantenuto sempre una peculiare struttura impermeabile, denotante la profondità delle sue proprie caratteristiche. E' da notare a questo proposito che quasi tutte le parlate dei popoli vinti, o assoggettati, sono state sostanzialmente modificate o addirittura sostituite dagli idiomi dei dominatori di turno; mentre il contrario è avvenuto in Sicilia, dove il vincitore finiva invariabilmente con l'appropriarsi della parlata siciliana, nella quale egli riusciva, tutt'al più, ad imporre vocaboli relativi ad attività nuove da lui introdotte: imposizione di nuove nomenclature, quindi, ma che venivano sistematicamente sicilianizzate.

E' interessante rilevare che gli Arabi di Sicilia della seconda generazione, viventi ancora i loro padri, poetavano in siciliano.